mercoledì 26 maggio 2010

Leggende, Parte 2

Le ultime righe pubblicate sul blog sono state dedicate alle fasi di allestimento e inaugurazione della mostra. Vorrei ora fare un passo indietro, focalizzandomi sui vari progetti fotografici di cui non si è ancora parlato in questo spazio.
A questo punto, presenterei il lavoro svolto dal mio collega Daniele, che è direttamente collegato al post precedente “Leggende”.
Daniele descrive in questo modo il suo operato:
"...ho iniziato a indagare sulla storia “leggendaria” di questo paese. Ogni luogo nel mondo ha le sue leggende (io, provenendo dall'Alto Adige lo so bene...), pertanto mi sono chiesto: “Perché non cercare di capire questo luogo attraverso le parole e l'immaginario dei predecessori dei ragazzi albanesi?”. Ho scoperto così una storia molto interessante (vedi post precedente).
La semplicità, ecco a cosa avrei dovuto mirare. Una storiella così semplice rispecchia la visione di un intero popolo. Su questo avrei lavorato. L'unico problema sarebbe stato ritrovare Shqipëtar ma non avrei certamente potuto lavorare con un metodo così “logico” in relazione a un argomento così astratto. Discussi a lungo con i ragazzi del luogo, ma non notavo differenze fra di noi, nulla che potesse ricondurmi a Shqipëtar. Talvolta anche la globalizzazione può avere effetti benefici: non c'era possibilità di sviluppare pregiudizi riguardo persone che potrebbero benissimo essere coloro con le quali vai a nuotare il martedì o in discoteca al sabato, per di più i loro studi artistici affini ai miei li rendevano ancora più simili alla mia persona. Nonostante il loro background culturale sono riuscito a trovare un'interpretazione di tale leggenda. Il giorno successivo ho conosciuto Julian, un fotografo di Valona, con il quale ho iniziato a collaborare al fine di portare a termine questo progetto. E' stato interessante scoprire come per lui la figura di Shqipëtar potesse essere ricondotta a una persona anziana, da notare che per me il protagonista della leggenda era sicuramente un giovane. Abbiamo iniziato così un'avventura all'interno (e all'esterno) della città. Siamo stati sulle montagne, fotografando il promontorio e i luoghi delle aquile. Abbiamo visitato mercati, porti, templi e fotografato persone. A questo punto il progetto è diventato qualcosa di altro, diverso da come me lo sarei aspettato, addirittura migliore. Ho iniziato a cercare di capire quella cultura. Ho scoperto, per esempio, dei cibi straordinari e delle persone che hanno saputo dimostrare un'ospitalità che ritengo non riusciremo mai più a ritrovare in altri luoghi. Ciò che ho fatto non può essere dunque limitato solamente alla sfera del “workshop”, è stato qualcosa che porterò sempre nel mio cuore".



lunedì 24 maggio 2010

Leggende..

"Un giovane stava cacciando per le montagne, un’aquila volteggiando sopra di lui si posò in cima ad una rupe. L’aquila era straordinariamente maestosa e serrava nel becco un serpente. Dopo un po’ l’aquila volò via dalla cresta dove aveva il nido. Il ragazzo allora si arrampicò sulla cima della rupe dove vide, nel nido, il piccolo dell’aquila giocare con il serpente morto. Ma il serpente non era davvero morto!
All’improvviso infatti si mosse di scatto rivelando i suoi denti aguzzi e pronto a penetrare l’aquilotto con un veleno mortale. Repentinamente, il giovane prese arco e freccia e uccise il serpente. Poi afferrò l’aquilotto e si avviò verso casa. All’improvviso il giovane sentì un fragoroso suono, era il frullare delle immense ali dell’aquila.
“Perché rapisci mio figlio?” gridò forte l’aquila. “Il piccolo è mio, perché l’ho salvato dal serpente che tu non avevi ucciso” rispose il ragazzo.
“Restituiscimi mio figlio” disse il rapace ”e io ti darò come ricompensa l’acutezza dei miei occhi e la potente forza delle mie ali. Tu diventerai invincibile e nel mio nome sarai osannato.”
Così il giovane consegnò l’aquilotto. Quest’ultimo cresceva, e volava sempre sopra la testa del ragazzo, ormai un uomo, che con il suo arco e frecce uccideva molte bestie selvatiche e con la sua spada ammazzava molti nemici di quelle lande. Durante tutte queste imprese, l’aquila fedelmente lo guardava dall’alto e lo guidava. Sbalorditi dalle gesta del valoroso cacciatore, le genti di quella terra lo incoronarono re e lo chiamarono “Shqipëtar” (albanese), che vuol dire "figlio dell’aquila" e il suo regno divenne conosciuto come "Shqipëri" (Albania) o Terra delle Aquile".

a cura di Maria Paola Viale
tratto da:
“http://www.atuttascuola.it/viale/storia/leggenda_aquila.htm”

giovedì 20 maggio 2010

..lo spettacolo? Deve ancora cominciare..

Sveliamo ora alcuni retroscena..!
Queste fotografie sono state scattate durante i preparativi della mostra.
Professori e colleghi del master lavorano insieme per l'allestimento.
Facce un pò perplesse? Niente paura, tutto è andato..per il verso giusto!





venerdì 14 maggio 2010

..scatti d'inaugurazione..

Ecco, come promesso, alucune fotografie scattate durante la serata dell'inaugurazione presso il Dopolavoro Golab.





venerdì 7 maggio 2010

Get the Exhibition started!

Finalmente, dopo tanti sforzi, è arrivato il tanto atteso momento
dell'inaugurazione! La mostra fotografica è stata ufficialmente aperta al pubblico
mercoledì alle ore 19.00, presso il Dopolavoro Golab.
Tra una birretta e l'altra e in compagnia di colleghi, amici e familiari, è stato emozionante vedere il frutto di questo lavoro. Tutte le fotografie esposte ripercorrono la nostra straordinaria esperienza a Valona, un viaggio tra paesaggi sconosciuti e volti di chi ogni giorno vive in questa realtà; ogni progetto racchiude una sintesi di questo mondo, così articolato e interessante, senza escludere le tante emozioni provate e che non verranno dimenticate.


Presto tutte le foto.